Sono loro gli autori di ogni scatto e della poesia che in ognuno ritroverete: dilettanti dotati di macchine fotografiche economiche e di un rullino da professionista.
Intorno, il carcere. Un cielo, pochi oggetti, la fortuna di una pozzanghera in cui riflettere una visione.
Scatti di una libertà che ognuno aveva dentro e che doveva, finalmente, esprimere.
Antonio S.
«È stato bello creare un momento di svago, non ce ne sono molti dietro queste mura.»
Aurelio I.
«Uno scatto che avrei voluto fare? La mia libertà, ma lo farò.»
Mdjafor T.
«Il corso mi ha arricchito e dato speranza.»
Pinjo S.
«La prima lezione, indimenticabile.»
Simone D.M.
«Ho potuto tirare fuori sensazioni interne.»
Pino V.
«La fotografia? Nun me la levate!»
Alessandro A.
«Poter fermare in una foto il momento.»
Antonio D.
«Quando farò una foto tornerete nei miei pensieri. Grazie per la vostra professionalità, è stato bello conoscervi.»
Antonio S.
«L’attestato è stato un regalo inaspettato ed è forse un incoraggiamento per noi ragazzi qui reclusi.»
Maurizio C.
«La fotografia te fa sballa’!»
Fabio T.
«La cosa più bella? Sentire il click. Forse fuori non me ne sarei accorto, ma qui sì.»
Gianluca T.
«Come soggetti ho scelto ciò che dà senso di libertà.»